“Le bionde sono svampite”.
“Gli influencer non sanno fare niente”.
“I mancini sono molto intelligenti”.
“I giovani non hanno voglia di lavorare”.
Vedi l’incredibile quanto frequente errore che in ognuna di queste frasi è evidente, ma che spesso fingiamo di non vedere?
È la generalizzazione.
Nel momento in cui facciamo questo tipo di generalizzazione, attribuiamo in modo automatico ad una persona (è valido anche per cose ed eventi, ma oggi mi voglio concentrare sulle persone) una qualità o un tratto distintivo soltanto in funzione di un’altra sua caratteristica.
Per quante esperienze e per quanti riferimenti tu possa avere avuto in passato, ricorrere ad una generalizzazione non solo non ti è utile, dal momento che ti fornisce una informazione non verificata, ma ti espone spesso al rischio di prendere delle belle cantonate!
A definire la bontà, l’intelligenza, l’etica, la simpatia, la buona fede di una persona non può e non deve essere la sua altezza, il suo colore di capelli, la sua età, il suo genere, così come la sua professione, il suo conto in banca, la sua auto.
I tratti non fanno le persone.
Le persone fanno le persone.